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Articolo: "Essere cintura bianca"

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Messaggio  Pietro Gio Set 17, 2009 1:51 pm

Mentre approfitto dell'occasione per presentarmi sul forum, volevo postare questo articoletto che ho trovato per caso (cercando sui vari siti il modo per fare un bel nodo all'obi...non ridete.... tongue )...
Rispecchia molto bene le mie sensazioni quando, per la terza volta dal 1992, mi accingo a salire sul tatami...sperando, questo volta, di non scenderne più!
Quell'emozione che ti fa dire: "Evvai, adesso l'ho capito, Kokyu-ho!", e poi, quando lo vedi fare a qualcuno che LO SA fare, e che viene puntualmente corretto....ahimé, ti cadono...le brache! Embarassed
Spero che questa volta il mio cammino non si interrompa più, d'altronde il primo amore non si scorda mai, e io, allo Shuren Dojo, DOVEVO TORNARCI!
Buon keiko a tutti, a presto
Pietro

Da "Aikido Club Torino
Essere Cintura Bianca"

Alcune volte nella vita occorre perdere la Via, per ritrovarla.

Spesso le indicazioni sono fari lampeggianti nella notte, ma noi testardi, ottusi, chiusi nei nostri piccoli e grandi dolori quotidiani, viaggiamo a testa bassa, li ignoriamo.
Il buio sembra profondo ed insondabile, e la soluzione ai nostri problemi nascosta in qualche anfratto.
Ma quando sembra di aver toccato il fondo si diventa finalmente più attenti, gli occhi cominciano a schiudersi perché si vuole tentare la risalita e comincia a non esserci più spazio per la commiserazione. In questo preciso istante la mano di un amico può essere davvero importante, ma spesso non è sufficiente, perché la crisi vissuta ci ha spinto verso il desiderio, verso la cerca di un qualcosa di più profondo di quello che avevamo prima, qualcosa che ci permetta finalmente di comprendere cosa è veramente importante nella vita, o che perlomeno ci aiuti a trovare un buon metodo di valutazione del mondo che ci circonda.

"Quando l'allievo è pronto il maestro arriva" mi disse un amico citando senz'altro una fonte decisamente più antica di lui ma che io ignoro, e aveva ragione.
In questo modo il braccio teso di un amico e il mio desiderio, mi hanno condotto da un maestro, e dai suoi allievi. La sensazione è stata quella di entrare in una nuova e per me strana forma di famiglia, in cui vige un profondo rispetto per l'autorità e l'esperienza, il rigore per le forme e la tradizione, unito ad una grande gentilezza d'animo, da parte dei "capifamiglia" e di tutti i loro "figli".
Per la prima volta mi sono sentita come la tessera di un mosaico collocata nel suo giusto spazio, come se non avessi aspettato altro.
Ciò non toglie che mi sia sentita anche altrettanto goffa ed impacciata, ma non ho mai incrociato un sorriso di scherno da parte di chi da anni calca il tatami.
"Tutti hanno iniziato da un primo passo" ha detto il maestro durante una delle prime lezioni… io gli credo, anche mi riesce davvero difficile immaginarlo mentre come me si sistema i pantaloni che rischia di perdere per strada!!!
La vita è proprio come il nostro tatami, sul quale salgono delle persone, alcune le hai portate tu, altre sono salite da sole, e tutte danzano: da sole, a coppie, in gruppo.
A volte il loro ritmo si intreccia con il tuo, altre volte invece non ci si incontra per lungo tempo, o affatto.
In qualche caso le unioni sono brevi, fugaci, in altri sono lunghe, articolate, e possono persino concludersi con una caduta! Ma la lezione non si conclude lì, a quel punto ti rialzi e cerchi di nuovo qualcuno con cui imparare, e anche quando ti sembra che tutti siano già impegnati, qualcuno, indulgente, ti si avvicina per aiutarti.
Abbandonando la vena drammatica, aggiungerò che l'aikido non rappresenta per me solo un'indicazione per una Via con la "V" maiuscola, cioè quella seria ed importante su cui non si scherza, l'Aikido è anche liberazione di energia in sovrappiù accumulata durante una lunga giornata di lavoro, è fatica fisica e sudore (certo, mai quanto i praticanti del judo, però il nostro supporto lo diamo anche noi!!!) ed è soprattutto gioia e divertimento, condiviso con gli altri.
È la possibilità di mettersi in gioco ad ogni lezione senza la paura di essere presi in giro perché dopo tre cadute in avanti di fila vorresti vomitare anche la cena dell'anno scorso, perché arrivi con il nodo dell'obi fatto con la stessa tecnica che normalmente adoperi per allacciarti le scarpe, perché non capisci una parola di giapponese (riprovevole mancanza piuttosto diffusa tra la popolazione italiana!), e perché quando ricevi un ordine in giapponese appunto, di solito strabuzzi gli occhi per quattro o cinque secondi e poi sei costretto ad ammettere che non ti ricordi assolutamente a cosa ci si riferisce.
Essere una cintura bianca è questo e molto altro che non ha senso raccontare perché bisogna provarlo di persona."
Pietro
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Messaggio  ronin Gio Set 17, 2009 11:43 pm

Bentornato sul nostro tatami e benvenuto sul Forum.
Non preoccuparti Pietro, sei in buona compagnia: la costante sensazione di essere inadeguato a quello che si sta praticando non mi ha mai abbandonato in questi dieci anni...... e penso non mi abbandonerà nei prossimi. Wink
ronin
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